Strepitando vien giù candida e bella, batte il suol, tronca i rami, il cielo oscura, e nelle grigie vie sonante e dura picchia, rimbalza, rotola, saltella; squassa le gronde, i tetti alti flagella, sbriciola sibilando la verzura, ricasca dai terrazzi e nelle mura s'infrange, e vasi e vetri urta e sfracella. E per tutto s'ammonta e tutto imbianca; ma lentamente l'ira sua declina e solca l'aria diradata e stanca; poi di repente più maligna stride, poi tutto tace, e sulla gran ruina perfidamente il ciel limpido ride.