Un animale buono come questo non ci sta
La fama sua era nota fino dall'antichità
Apicio, immortalò nei ricettari, già nel tempo dei romani quel tripudio di bontà
Il re della catena alimentare tanto buono da mangiare che i palati appagherà
La vita sua pur breve è come quella di un pascià
Un anno tutto dedito a dormire e ad ingrassar
Ma quando inizieranno le invernate, con il freddo e le gelate, tutto questo cambierà
Il cibo che nel tempo ha consumato, finemente elaborato, tutto indietro renderà
Di buon mattino l'acqua nel caldaio bolle già
Si inizia appena appeso le due pacche a separar
Si pranza con gli amici e coi parenti tanti i brindisi contenti che l'arrosto arriverà
Il ghiotto con la pancia non satolla con gran dose di cipolla il sanguinaccio mangerà
Soltanto mani esperte lo potranno lavorar
Salsicce e salamini ci sapranno ricavar
La sugna, mista col peperoncino aglio alloro e rosmarino, ventricina diverrà
Prosciutti, capicolli con guanciale vanno tutti sotto sale, per poterli conservar
Il fresco di cantina saprà farli stagionar
E in tutte le vetrine si vedranno penzolar
Appena arriveranno nei banchetti affettati o a cubetti l'antipasto inizierà
Zampone, stinco, coppa, soppressata, la pancetta arrotolata ma che insieme di bontà
Vestito di cotenna in un forno se ne va
Con l'abito dorato e profumato ne uscirà
Disteso su una tavola fumante entrerà nel ristorante o nelle feste di città
Nessuno a quel trionfo generale, la porchetta di maiale, mai resistere potrà