(M.Fabrizio/G.Morra/R.Fogli)
Bianco e nero, questa città
tra storie e striscioni
grandi illusioni anche oggi non ha:
come una bambina,
dorme su una panchina.
Bianco e nero, rende l'idea
la folla cammina,
è una figurina incollata alla via;
io, soltanto un punto
mi confondo nel fondo
tra il bianco e il nero.
Città che sa di gente,
di giorni neri pieni di liquore;
nessuno crede a niente,
ma in qualche posto ancora c'è l'amore,
l'amore solito,
quello che capita.
Città da bestemmiare,
da fare a pezzi come fosse un muro;
sei triste da buttare,
eppure sai che in fondo non sei solo:
c'è lei vicino a te
che dice sì.
Bianco e nero, notte che va
chiude i portoni
e tira fuori gli scherzi che sa:
su chi ancora gira
prende bene la mira
ma non è cattiva.
Città che dorme male,
in bianco e nero, come in un film muto,
vorresti ragionare,
uscirne fuori e invece sei perduto
e non hai niente più
da perdere, da spendere.
Città da maledire,
città che uccide senza far fatica,
sei un uomo da bruciare,
ma l'hai capito che cos'è la vita
e lei è sempre là
facile con te.