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Marco Jean - Il ponte dell'umanità Lyrics



Marco Jean - Il ponte dell'umanità Lyrics




Vi fu un uomo che attraversò
Quel ponte che aveva nella testa
Ogni suo pensiero vi riversò
Sperando di ritrovare la sua vita manifesta
Il ponte ballava, tirava sempre quel vento cruento
Che ti prende in sopravvento quando ti senti spento
Fu dura attraversarlo
Dalle sinapsi viaggiava una voce
Era come un tarlo
Si nutriva della polpa della sua croce
L'uomo non capiva bene le parole che inciampavano
Sapeva soltanto che si attaccarono alle sue ossa
Cercò di farsi strada in quel pantano
Ma ecco che arriva il senso di colpa che lo addossa

Un gelido brivido cominciò a coprire la sua schiena
Poi le spalle, il collo e gli arti
Vide la vita come una messinscena
Senza arti nè parti
Pensieri di dubbio valore umano s'insidiarono nella sua mente
Come la voce ormai ridente
Ella emanò un ordine, lui lo eseguì
Posseduto dal tremore dal passato e dai ricordi, proseguì

Camminò, senza sosta
Lo allettava l'idea di sapere cosa ci fosse oltre
Vide altri sè del passato in forma decomposta
Scomparire nella nebbia coltre
Cosa c'è oltre la regolare follia umana? si chiedeva
Mentre carezzava un elleboro che cresceva
Non riusciva ancora a vedere la fine
Ma ecco che un'altra voce viaggiò verso di lui
Una suono soave che illuminava quei tempi bui
Urlava <<Abbandona tutto questo grigiore>>
E questa volta la vittima di tale parole fu il suo cuore

L'uomo si agitò
Il mondo sembrava in preda alla sua fine
Quel suono lo allietò
Per la prima volta sentì qualcosa di affine
Mosso dalla curiosità
Spinse il suo corpo a un ultima fatica fisica
Ormai la mente era preda dell'opacità
Consumata dalla pazzia che la gratifica
A passi incerti, cominciò a vedere il limite dell'orrizonte
Gattonava e desiderava la meta come un bimbo
Ma con lo sguardo di chi sa quali sofferenze ha passato
Per cadere in questo limbo

Quando arrivò la sua strada fu trucidata
Con le sue speranze ormai morte dalla fatica
Volse lo sguardo a chi aveva di fronte
E La vide!
Un calore materno copriva i suoi brividi
La voce regalò note di timidi e tiepidi lepidi
Porse la sua mano sulla sua guancia
E riaccese il senno come pietra focaia

Il coraggio dell'uomo fu premiato
Con qualcosa di ineffabile e più esperto
Rispetto alla pazzia umana che qualcuno gli aveva inferto
Si lasciò andare con l'amore in bocca
Per la storia che lo rabbocca

Amore, che parola essenziale
Dà inizio all'essenza e all'irreale
Unisce anima e sesso, membro e vulva
Ogni parte del corpo pulsa

Chi dice che è etereo, l'amore?
Gli eretici e blasfemi
Che mandano in tilt tutti gli schemi
I vinti che non possono esser consolati
Nemmeno dalla morte
Poveri esseri assonnati

Corpi avvinghiati, fusi, uniti in forme uniche
Ritornano all'origine della vita
Uniti sia a letto che nel cosmo
E' in te che sosto
In forma eterna ed eterea
Prima di diventare molecola cinerea
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Vi fu un uomo che attraversò
Quel ponte che aveva nella testa
Ogni suo pensiero vi riversò
Sperando di ritrovare la sua vita manifesta
Il ponte ballava, tirava sempre quel vento cruento
Che ti prende in sopravvento quando ti senti spento
Fu dura attraversarlo
Dalle sinapsi viaggiava una voce
Era come un tarlo
Si nutriva della polpa della sua croce
L'uomo non capiva bene le parole che inciampavano
Sapeva soltanto che si attaccarono alle sue ossa
Cercò di farsi strada in quel pantano
Ma ecco che arriva il senso di colpa che lo addossa

Un gelido brivido cominciò a coprire la sua schiena
Poi le spalle, il collo e gli arti
Vide la vita come una messinscena
Senza arti nè parti
Pensieri di dubbio valore umano s'insidiarono nella sua mente
Come la voce ormai ridente
Ella emanò un ordine, lui lo eseguì
Posseduto dal tremore dal passato e dai ricordi, proseguì

Camminò, senza sosta
Lo allettava l'idea di sapere cosa ci fosse oltre
Vide altri sè del passato in forma decomposta
Scomparire nella nebbia coltre
Cosa c'è oltre la regolare follia umana? si chiedeva
Mentre carezzava un elleboro che cresceva
Non riusciva ancora a vedere la fine
Ma ecco che un'altra voce viaggiò verso di lui
Una suono soave che illuminava quei tempi bui
Urlava <<Abbandona tutto questo grigiore>>
E questa volta la vittima di tale parole fu il suo cuore

L'uomo si agitò
Il mondo sembrava in preda alla sua fine
Quel suono lo allietò
Per la prima volta sentì qualcosa di affine
Mosso dalla curiosità
Spinse il suo corpo a un ultima fatica fisica
Ormai la mente era preda dell'opacità
Consumata dalla pazzia che la gratifica
A passi incerti, cominciò a vedere il limite dell'orrizonte
Gattonava e desiderava la meta come un bimbo
Ma con lo sguardo di chi sa quali sofferenze ha passato
Per cadere in questo limbo

Quando arrivò la sua strada fu trucidata
Con le sue speranze ormai morte dalla fatica
Volse lo sguardo a chi aveva di fronte
E La vide!
Un calore materno copriva i suoi brividi
La voce regalò note di timidi e tiepidi lepidi
Porse la sua mano sulla sua guancia
E riaccese il senno come pietra focaia

Il coraggio dell'uomo fu premiato
Con qualcosa di ineffabile e più esperto
Rispetto alla pazzia umana che qualcuno gli aveva inferto
Si lasciò andare con l'amore in bocca
Per la storia che lo rabbocca

Amore, che parola essenziale
Dà inizio all'essenza e all'irreale
Unisce anima e sesso, membro e vulva
Ogni parte del corpo pulsa

Chi dice che è etereo, l'amore?
Gli eretici e blasfemi
Che mandano in tilt tutti gli schemi
I vinti che non possono esser consolati
Nemmeno dalla morte
Poveri esseri assonnati

Corpi avvinghiati, fusi, uniti in forme uniche
Ritornano all'origine della vita
Uniti sia a letto che nel cosmo
E' in te che sosto
In forma eterna ed eterea
Prima di diventare molecola cinerea
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Writer: Marco Giannino
Copyright: Lyrics © O/B/O DistroKid

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Marco Jean - Il ponte dell'umanità Video
(Show video at the top of the page)


Performed By: Marco Jean
Length: 3:09
Written by: Marco Giannino

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