Mi svegliarono di colpo i martelli
Chiodi freddi piantati nel legno
Già piangevano i figli miei svegli
Affamati dal folle disegno
Cagne fameliche lupi affamati
Inseguivano sul lago gelato
Specchio di un incubo sempre più vero
Ad ogni chiodo nel legno piantato
E così vidi morire i figli miei di fame e stenti
Creature innocenti
Senza pietà la lenta agonia
Li portò via
Mi svegliarono di colpo i martelli
Serrata la porta della torre infame
Che un morso alla volta prese i figli miei belli
E un morto alla volta ribattezzò della fame
Ci mise sei giorni Iddio per il Creato
Il settimo si è riposato
Resistettero sei giorni i figli miei
Il settimo abbiamo cenato
E così già morto io
Abbracciai i figli miei
Privo ormai di umanità
Mi cibai
Senza rispetto alcuno così mi hai raccontato
Ora qui divoro il verme che
Condannò a morte i figli miei
Senza pietà di inedia e stenti
Non piansi mai più duro della pietra il cuore