Scandisco in silenzio il tempo che mi interrogo
Agisco come penso ovvero non agendo
L'acerrimo nemico si nasconde nello sterno
Risponde con lo scherno ogni volta che rido
Agisco come penso ovvero non agendo
Non mi scollo dal limbo uno stupido vizio
Sorridendo a riflesso tremando dal giudizio
È vietato l'accesso cercando l'indizio
Agisco come penso quindi non esterno
Sopravvivo all'istinto non gioisco sopravvivo
Una voce a rilento mi parla nel giaciglio
Vede dietro l'accesso ma non vuole descriverlo
Pasto avvelenato e va mangiato di buongrado
Sto corpo non mi è grato sottomesso all'apparato
In un mare di guano ma fissato su di un grumo
Un puntino sul muro non posso vedere il quadro
Dipendo dal modus da un solo paradigma
È la chiave della domus la ruota per l'enigma
La luce è dipinta scintilla nel cosmo
Ma non regna per numero contro il vuoto cosmico
Sarà quasi estinta se si tinge di rosso
Stai guardando il defunto ancora non vede il fosso
Viviamo solo il sunto finisce con la virgola
Sembra tutto presunto anche la verità è fittizia
Puoi scorgere la cima ma in mezzo la pigrizia
Il terrore dell'insidia una ruota che non gira
Finisce che ti insedia come qualcuno che insinua
Poca sabbia residua mangiata dalla clessidra
Agisco come penso mi muovo nel riverbero
Non vedo a più di un dito dal viso
Chissà dove si ergono le stanze dell'ego
Piccole come un ago ognuna toccherà un esito
Agisco come penso ovvero non agendo
Non mi scollo dal limbo uno stupido vizio
Sorridendo a riflesso tremando dal giudizio
È vietato l'accesso cercando l'indizio
Agisco come penso quindi non esterno
Sopravvivo all'istinto non gioisco sopravvivo
Una voce a rilento mi parla nel giaciglio
Vede dietro l'accesso ma non vuole descriverlo
Amo il pensare critico eppure è sintomo clinico
Da quando nell'intingolo ci è finito il primo addio
Il tempo muove all'unisono ma a volte sembra stantio
Altre volte come un brivido ti sfreccierà vicino
Tutto pende è ripido non raggiungi Dio
Sotto la lente il microbo è spiato dall'altissimo
Quando l'assassino muore nel suo liquido
Crede che il destino l'abbia reso cattivo
Quella chiave è inutile la porta invisibile
Vibrano le ugole da dietro lo stipite
Il trauma lascia rughe il volto è illegibile
La morte orribile se vedi solo le buche
Si può soltanto intendere rispondere e non chiedere
Sono un'essere debole nell'ombra vedo un demone
Ho diviso in tante camere tante forme asimmetriche
Rompendo quell'immagine che le rendeva intere
Agisco come penso ovvero non agendo
Non mi scollo dal limbo uno stupido vizio
Sorridendo a riflesso tremando dal giudizio
È vietato l'accesso cercando l'indizio
Agisco come penso quindi non esterno
Sopravvivo all'istinto non gioisco sopravvivo
Una voce a rilento mi parla nel giaciglio
Vede dietro l'accesso ma non vuole descriverlo