Acqua e terra in una notte hanno chiuso la vallata
Hanno smesso di obbedire a quella vita insensata
Senza morti ne feriti hanno eretto una barriera
Che separa il mondo falso da questa natura di cera
Per entrarci ora si deve volar sopra i detriti
E lasciare al di la del muro i costumi proibiti
Perché lei non è di tutti ma di chi la sa amare
Lì, non comanderà la legge ma la morale naturale
Ora Alessio sta contando i suoi ultimi denari
Che si accendono nel fuoco, che fan luce come fari
La filigrana finalmente ha chiuso con lo sporco
Ora da luce e fa da icona ad un passato che è risorto
In quella notte di febbraio non si bruciò vegetazione
Il falò fu alimentato da un vento di rivoluzione
Tra le fiamme c'eran salme di banconote e cellulari
Di social network spacciatori di sorrisi immaginari
La signorina "belle foto" desiderio popolare
È scomparsa nell'ignoto senza poterlo pubblicare
Ha ritrovato i suoi seguaci in una stalla di bovini
Loro non sognano il suo corpo ma pascoli e mangimi
Sotto un ponte c'era il tempo che accendeva il suo bidone
Fu ignorato dalla vita
Non era più il padrone
Nel barile c'era il corpo infuocato della fretta
Alimentato dal legname d'un'esile lancetta
Han visto Sergio che bussava al suo muro del passato
Era in ritorno dal suo viaggio in cerca un' Eldorado
Prima d'entrare una tempesta ripulì il suo giaccone (costume)
Perché era sporco d' avarizia, conti in tasca e perfezione
La portinaia della valle fu quell'aria secondina
Che ridonò la chiave a Sergio di quella "Valle Libertina"
Innanzi all'uscio la signora inciuccò il neo-valligiano
Che vomitò il suo petrolio e il suo comodo metano
Terra, vento, acqua e lampi sollevarono una questione
Invitarono il Signore a presentarsi ad una riunione
Come fa a non aver colpe? Chiese il vento al creatore
Siete voi ad aver creato quell'uomo malfattore
Il creato all'improvviso si ribellò al suo forgiatore
Per aver dato ad un primate
L'indomabile neurone
Così evoluto da alleviare qualsiasi fatica
Arrogante da ignorare il valore della vita