Onda dopo onda la barchetta si orienta; dritto l'albero, gonfia la vela, la barchetta quasi vola; fresca l'aria pizzicante culla lo scafo dolcemente; tutto intorno il mare tace, che silenzio, che gran pace! Improvvisa e minacciosa un'ombra avanza maestosa ed oscura la distesa; un boato spaventoso turba l'ora del riposo. La barchetta atterrita or s'avvede prontamente del fattaccio imminente: una nave grande, imponente, sembra un condominio galleggiante, le si avvicina travolgente. Tardi è ormai per rimediare, la sta quasi per speronare; pronta è per lei la fine di un'esistenza intensa e lieve trascorsa fra cielo e mare, fra le isole più belle, a parlare con le stelle. Ecco che nel gran tumulto il mare perturbato alta, alta la solleva, amico insperato. Imponente e spumeggiante, gorgogliante flutto amico tale e quale braccio antico di velluto e falpalà, dolce, dolce l'adagia e la sposta un po' più in là. Salva e lieta la barchetta può riprendere il percorso, felice tra sé di avere un amico così grosso: viva, viva il mare mosso!!