Eran pronti alla partenza i ciclisti di Fidenza; colorate le magliette, sulle loro biciclette. La tribuna principale, per il gran cerimoniale, ospitava grandi artisti, ministri e gionalisti. Spetta, come l'anno scorso, verifìcare il percorso all'anziano della squadra la cui vista poco quadra. Arrivato alla "meta" un accento fuori posto va, ecco che la loro meta si trasforma in metà. Tutti in sella sono pronti; la giuria il via dà, vinca il meglio che ci sia! Così nessun s'offenderà. Il percorso è faticoso, la bicicletta non risponde, ma lieta novella tosto fra i ciclisti si diffonde: "Rallentate la pedalata la meta è stata spostata". La squadra presto fa del percorso la metà. I giurati al traguardo non si spiegano il ritardo; è passato mezzogiorno, nessun ciclista è di ritorno. Il ministro capoccione tosto arma una spedizione; viva è la preoccupazione di un rapimento, scopo estorsione. Nel frattempo i ciclisti non motivano l'assenza all'agognata meta del sindaco di Fidenza. Stanchi ormai ed assonnati, dalla TV bidonati, bivaccano gli atleti, con panini, fra i vigneti. Il meriggio è inoltrato quando il capo spedizione vede a mo' di legazione una folla inaspettata. Si dirige il drappello verso il gruppo di ciclisti, in testa, inquisitorio, il maggiore dei ministri. Presto l'arcano è svelato: "Un accento fuori posto dispettoso ci ha ingannato; a metà ci siam fermati! Dispiaciuti e con dolenza, ci scusiamo con Fidenza, col tifoso osannante e col pubblico pagante!".