Com'è triste il giorno di maggio dentro al vicolo povero e solo! Di tanto sole neppure un raggio; con tante rondini, neanche un volo. Pure c'era in quello squallore, in quell'uggia greve e amara, un profumo di cielo in fiore, un barlume di gioia chiara. C'era in alto una voce di mamma, così calma, così pura! che cantava la ninna nanna alla propria creatura. C'era... c'erano tante rose affacciate ad una finestra, che ridevano come spose preparate per la festa. C'era seduto sui gradini d'una casa di pezzenti, un bambino piccino, piccino, dai grandi occhi risplendenti. E poi dopo non c'era più nulla... Ma, di maggio, alla via poveretta basta un bimbo, un fiore, una culla per formare una gioia perfetta.