Per i campi il gatto andò, la tana dei topi tra l'erba trovò: "Miao, miao signora topina, che bel sole stamattina!". La topina comincia a tremare: "Dove andate egregio compare?". "Avete in casa, da quanto ho udito, Quattro figlie da marito. Di sposarmi penso anch'io...". (Sentite lo stomaco che brontolio...). La topina a quella notizia spicca un salto dalla letizia; in salotto gentilmente fece entrare il pretendente e chiamò le quattro figlie: "Guardate un po' che meraviglia! Belle e buone come vedete, Caro compare, quale scegliete?". Sempre ingordo rispose il gatto: "Me le sposo tutte e quattro! La prima a far la spesa andrà la seconda cucinerà, la terza i piatti laverà, la quarta i letti rifarà". Fu celebrato seduta stante un matrimonio molto elegante; vestite in bianco le quattro spose erano proprio appetitose. Assai bello fu vedere il gatto in frac con le code nere. Alle spose fece da ancella una bianca colombella; testimone fu un ciuffolotto, celebrante un passerotto, mentre tre allodole sull'altare: che delizia sentirle cantare! Appena il bel sì fu pronunciato, il gatto sposo mangiò il curato; poi, trovandole molto carine, si mangiò le quattro sposine e per finire in pochi bocconi mangiò invitati e testimoni. La cara suocera per il momento se la cavò con lo spavento. Il gatto aveva la pancia piena e la mangiò più tardi a cena. Non c'è più nessuno da mangiare e qui la storiella può terminare.