C'è una gatta arrotolata
Sopra il divano, qui vicino a me
Pensa perplessa e un po' confusa
Al mondo dietro quella porta chiusa
A volte sembra una bambina
Una farfalla al sole di mattina
A volte gioca al topo di campagna
Nascosta sotto la sua copertina
Ma certe volte lei si guarda intorno
All'improvviso lei si mette in piedi
E non importa se c'è il sole o piove
Ha solo voglia di trovarsi altrove
E allora corre, corre e corre via
Verso il confine, la periferia
E da lontano l'ultima città
Sembra il profilo della libertà
Ma poi il calore di quella coperta
Di quel divano, di quel chissà
E le carezze di quel gatto scemo
Se (mai) le vorrà, un dì lo scopriremo
E nei dettagli di un'espressione
Trovo fra i riccioli di una canzone
Impronte, graffi e chiazze di rugiada
Gatti bagnati, gatti di strada
C'è una gatta arrotolata
Sopra il divano, qui vicino a me
Che si analizza senza una scusa
Forse è un pretesto per non far le fusa
E fa un sorriso quasi distratto
Mentre racconta del suo babbo gatto
Di quella specie che nessuno sa
Se di campagna o di città
Ma certe volte subitaneamente
Un'ombra appare irrimediabilmente
A deformare il tratto di un sorriso
Ad oscurar la luce sul suo viso
E allora corre, fugge, scappa via
Quell'allegrezza fatta di poesia
Che galleggiava fino a poco prima
In una musica, in una rima
E quella gatta arrotolata
Ora si srotola vicino a me
E fra una lacrima e un'incertezza
Piena di un'infinita tenerezza
Si fa guardare, si fa annusare
Si fa toccare e si fa coccolare
Speriamo proprio di tirarla su
E forse un giorno che non scappi più
C'è una gatta arrotolata
Sopra il divano, qui vicino a me
Io faccio piano per non stuzzicarla
Ma non riesco a smettere di amarla
Spero che lei non se ne accorga mai
Perché lo so, se accade sono guai
E allora in un silenzio tutto mio
Decido infine: mi arrotolo anche io