Gli abitanti del villaggio che sta in fondo alla piccola foresta temono le giornate buie come questa. Il cielo è nascosto dietro la vegetazione più fitta.
Sono giorni come questi di cui il maggiore approfitta e ricetrasmette ordini alla squadra G7 "Annientate quei selvaggi, chiunque si muova muoia!".
La donna è sognatrice, sempre col naso per aria
è la prima a vedere il cielo che trema.
L'ultimo pensiero del saggio è "stanno venendo a massacrare il mio villaggio".
Le pale dell'elicottero sfrondano i rami, la gente del villaggio è misera, disarmata, la squadra è bene addestrata e non bada, lascia madri e morti in strada come l'Intifada.
Gli uomini del villaggio hanno capelli lunghi e indossano gonne, questo dà il diritto alla squadra di sparare sulle donne: un cecchino prende la mira su un fuggitivo, respira e tira ma colpisce due bimbi e un fenicottero, qualche errore è perdonabile a chi spara da un elicottero.
Il maggiore dice di sparare a volontà, la squadra obbedisce, la gente del villaggio cade.
Uomini con facce appena sveglie scappano trascinandosi dietro figli, moglie.
Chi cade lascia la terra rossa,
schiarirebbe se restassero almeno le ossa.
Ma, spente le vite, i soldati accendono fuochi con dentro gli abitanti del villaggio. A vederli non sono tanti ma a bruciarli non sono pochi così qualcuno prova un'arma nuova, incenerisce.
Quando è tutto calmo un prete scende dall'elicottero fotografa il paesaggio, recita un salmo e la squadra può ripartire verso il prossimo villaggio.