Entro dentro
Al party che stamo in duecento
Che ce so duecento fighe dentro
Scendo le scale sta villa pare n albergo
Dentro duecento ne accendo
Che stanotte sono stato sveglio
Non fare quelle smorfie
Ciò che intendi lo fraintendo
Credo a ciò che ho dentro non l'esterno
Sesto senso corrotto
Do per vero ciò che non vedo come tutti in questo mondo
Fottuto dalla coscienza del mio doppio
Paranoico critico Dalì
Infittisco l'architrave mentale con la dawee
Non vedo il reale solamente le mie pare o in certi casi
In bianco e nero come i cani
E sai che vorrei uscirne
Ma è il terminal di Spielberg
Ogni tanto un po' di luce entra e schiarisce
Ma poi ricasco come si fa con le pillole
E quando sto con gli altri mi sento a disagio
Non parlo son parlato
Occasioni che ho sprecato, ciò che ho scelto mi ha condizionato
Ora il mio stato mentale è in stato deviato
E si che forse dovrei andare da uno bravo
Ma il mio amico c'è stato ed è uscito peggio di come è entrato (fanculo)
Sto in Para
Quindi non mi fido del amico
Sto in Para
Quindi non mi fido di sti figli di puttana
Sto in Para
Non potrò mai essere il primo
Sto in Para
Io stesso sono il mio nemico
Lo vedo lo tocco lo sento
Non te accorgi da fuori, non sai quanto ci sto dentro
Se parlo non sai che intendo
E in ogni vostro gesto non sai che ci leggo
Ieri sera ero da solo ma mi risveglio in hangover
Nessuno crede in me ormai neanche i am sober
Non ho buone nuove solo buone droghe
O increspano il ciclone o mi fanno da cover
Parlare agli altri mi mette alle strette
Frasi formulate da incertezze, insicurezze
A loro parlano etichette e io pure le ho messe
Semplificare tutto mi aiuterebbe a smette
Nella sua iride c'è il riflesso
Di ciò che di me, per me, è indigesto
Sputerei allo specchio, come dopo che sbratti al cesso
Non per me, ma per te, trovati un altro è meglio
Il mio stato mentale imperfetto
Crea perfette paranoie che proietto
E non vedo più il vero vedo solo quello
Nel mio cervello l'inferno e fra le fiamme di questo, combatto con me stesso